16 dicembre, 2007

(d)Esperanto

La fortuna/sfortuna di conoscere più o meno bene altre lingue, o comunque di essere costretta a parlarle, è quella di imparare termini estremamente efficaci che, per merito del suono, del modo in cui sono scritti, dell'enfasi che richiedono per essere pronunciati o delle immagini che evocano, hanno un potenziale espressivo maggiore rispetto ai corrispettivi vocaboli tradotti in italiano. A livello orale mi sento penalizzata: la selezione automatica dei termini più potenti, messa in atto dal mio cervello, mi impedisce di esprirmi fluentemente come un tempo in italiano. Non ho disimparato a scrivere solo perchè, quando scrivo, ho la possibilità di riflettere più a lungo e perchè, dopotutto, ho un blog e per forza di cose mi tengo in allenamento. A livello mentale, invece, è il paradiso. Quando parlo tra me e me, faccio dei veri e propri discorsi franco-anglo-italiani. Ora sono qui seduta sul mio lettino che cazzeggio e vi riporto, dai pensieri della mattinata, queste quattro parole molto efficaci: décontracter, freak out, disappointed, jeez. Prendiamo "disappointed". Non lascia un sapore di sconcerto e indignazione in più rispetto al nostro "deluso"? O "décontracter", rilassarsi: non dà l'idea del lasciar andare via le tensioni? Dal cinese non ho ancora mutuato nessuna parola. Invece c'è un vocabolo tedesco che mi piace da morire, abfalleimer (=spazzatura). E, riflettendoci sopra, ogni tanto attingo anche dal dialetto piemontese (in genere parole che esprimono affetto) e dal dialetto veneziano (espressioni un po', diciamo, colorite).

Bene, ora che a cercare di rendervi partecipi di questi pensieri mi sono venuta a noia da sola, penso che dalla posizione seduta tornerò a breve a quella supina con Mao a lato, il mac sulle gambe e un bel dvd rilassante da guardare prima di andare al Fake Market a fare gli ultimi acquisti natalizi.

1 commento:

Unknown ha detto...

comunicazione di servizio: cena di sabato al Monvillone.
contenta?
bacio